sabato 31 maggio 2014

Cerca di ammazzare il compagno, ai domiciliari

Domiciliari confermati per un'agente immobiliare di 37 anni, Roberta Bordone, accusata di tentato omicidio nei confronti del compagno, il noto gioielliere savonese Alberto Dupanloup. La donna, a seguito di una violenta lite scoppiata tra i due per motivi di gelosia, ha afferrato un coltello da cucina e colpito il commerciante al braccio e al torace, tanto da raggiungere il polmone. L'uomo è attualmente ricoverato al San Paolo di Savona, ma non sarebbe in pericolo di vita e le sue condizioni sono stabili.

La Bordone, inizialmente arrestata dai Carabinieri e sottoposta ai domiciliari a casa dei suoi genitori su disposizione della pm Chiara Venturi (provvedimento alquanto singolare, visto che generalmente in caso di accoltellamento la Procura dispone il carcere per motivi di sicurezza), è assistita dall'avvocato Marco Iovine. La Procuratrice ha già dato disposizione di svolgere una perizia per valutare l'ipotesi di derubricare l'accusa da tentato omicidio a normali lesioni (anche il fatto che la Procura cerchi in tutti i modi di alleggerire le accuse a carico di un imputato è abbastanza curioso).

Il gip Fiorenza Giorgi, che ha confermato i domiciliari per l'accoltellatrice, ha alle spalle un'esperienza di giudice tutelare e si occupa di misure giudiziarie a tutela delle cosiddette "fasce deboli". Proprio un mese fa, confermando il carcere per un uomo accusato di aver schiaffeggiato la moglie (poi dimessa con una prognosi di 2 giorni), aveva dichiarato
Le violenze subite vanno denunciate. In questo Paese non si può accettare che un marito picchi la moglie. Le donne devono imparare a fare gruppo come fanno gli uomini e così facendo impareranno a farsi rispettare, ma soprattutto devono avere il coraggio di denunciare. Non devono avere paura: appena vengono picchiate una prima volta, devono rivolgersi alle forze dell’ordine
il blog Violenza di Genere concorda con le parole della giudice Giorgi, ma fa anche osservare che le donne hanno già imparato, sicuramente, a fare gruppo. Ad esempio quando una giudice istruttrice e una Procuratrice della Repubblica devono occuparsi di valutare le misure cautelari da applicare a una loro sodale accusata di tentato omicidio, come l'esempio sopra riportato ci dimostra; nel qual caso forse più che di "gruppo" sarebbe più corretto parlare di lobby.