venerdì 12 aprile 2013

Il magnate della finanza George Soros rischia grosso

L'amore disinteressato della gioventù
Guai in vista per il magnate statunitense della finanza George Soros. L'attrice 31enne Adriana Ferreyr, che ha avuto una relazione durata cinque anni con l'arzillo ottuagenario (la differenza di età tra i due è di 53 anni), ha deciso qualche giorno fa di avviare una causa legale contro di lui. Il motivo? Soros, che come noto è riuscito a costruire un impero finanziario speculando sulla crisi europea del '92, avrebbe molestato, abusato e addirittura torturato la modella brasiliana in occasione di una disputa sorta tra i due e relativa a una promessa che l'imprenditore si sarebbe impegnato a rispettare. Il "mecenate" di origine ungherese che, come vi avevamo accennato tempo fa, risulta essere il più accreditato tra tutti i possibili finanziatori del collettivo Femen — il gruppo ucraino femminista composto da "militanti" i cui nominativi e conti correnti figurano da diversi anni sul libro paga di qualche illuminato protettore — avrebbe promesso alla sua amante una villa da 1.9 milioni di dollari nel raffinato distretto di Manhattan, a New York (perché, come dice chi lo ha insignito qualche settimana fa, tra le inevitabili polemiche, del premio letterario internazionale Terzani «Soros con le sue operazioni ha fatto anche crollare stati, ma poi i guadagni li ha messi al servizio di una visione del mondo nuova, dove i soldi non sono un fine, ma uno strumento per realizzare un mondo migliore»). La lite sarebbe sorta quando Soros ha ritirato la sua disponibilità a mantenere la parola data, dichiarando di aver cambiato idea e che avrebbe anzi regalato il lussuoso appartamento alla sua nuova fiamma Tamiko Bolton; secondo la Ferreyr, il decrepito miliardario l'avrebbe attaccata con una lampada di vetro. Da parte sua, Soros ha presentato una controquerela per diffamazione e aggressione; il suo legale, William Zabel, ha rilasciato alla stampa la propria versione secondo cui le accuse della donna sarebbero false e che anzi sarebbe stata lei ad aggredire il suo "ragazzo" con quell'oggetto. Il lavoro degli avvocati in effetti potrebbe essere agevolato da alcuni precedenti a carico della signorina, ma ovviamente il condizionale è d'obbligo.

Adriana Ferreyr è infatti attualmente oggetto di una causa civile intentatale da uno studente della Columbia University, un certo Kyle Dubensky. L'attrice, diventata famosa nel suo paese per aver preso parte da bambina a una sdolcinata soap opera intitolata Marisol e che poi, dopo essersi trasferita negli USA, si è iscritta alla Columbia dove presumibilmente ha conosciuto il tipo, lo avrebbe infatti falsamente accusato di violenza sessuale.

Nella ricostruzione fatta (a mente fredda, cioè sulla base delle evidenze e dei referti medici) dalla polizia di New York, Dubensky, che si trovava nell'abitazione della 31enne a Harlem, sarebbe stato aggredito dalla Ferreyr che gli ha affondato le proprie unghie nel braccio fino a farlo sanguinare. Lo studente della Columbia si apprestava ad abbandonare l'appartamento quando ha subito l'attacco. In effetti Dubensky è riuscito a fuggire, ma è stato raggiunto in ascensore dalla signorina che, completamente nuda, ha cercato di strangolarlo. Raggiunto il piano terra, la modella ha fermato una guardia dell'Università sostenendo di essere stata stuprata dall'uomo, che è stato per questo prontamente arrestato dagli agenti accorsi dopo la segnalazione. Dubensky ha trascorso 18 ore in una cella del commissariato di Harlem prima di essere rilasciato su ordine del Procuratore Distrettuale, che ha deciso di non aprire alcun procedimento penale (questo comporta naturalmente l'iscrizione automatica nel registro dei violentatori rimasti impuniti, per la precisione nella porzione denominata "reported" dell'infografica che potete vedere sotto). Ad onor di cronaca, bisogna citare le affermazioni di una fonte vicina alla Ferreyr secondo cui la donna, dopo aver smaltito i postumi della sbronza, avrebbe personalmente chiesto al magistrato di rilasciare il detenuto, nonostante — prosegue la fonte — sia stata lei in realtà a subire la violenza. Tutto questo però non ha risparmiato alla ex ragazza di Soros una citazione in giudizio da 5 milioni di dollari. Conoscendo un minimo come funzionano le cose nella civilissima USA, riteniamo tuttavia piuttosto difficile che Dubensky possa ricevere una qualche forma di risarcimento per il danno subito; in compenso, non è peregrina l'ipotesi che al contrario la causa della Ferreyr possa andare in porto nei termini da lei richiesti.

L'attrice infatti, in aggiunta alla denuncia penale, ha avviato contro Soros un procedimento civile da 50 milioni di dollari; evidentemente il fatto di dover rimanere nel suo vecchio appartamento invece di potersi spostare in un locale extra-lusso le ha bruciato parecchio. Sarebbe stato interessante sapere cosa ne pensa lei in merito, ma purtroppo il suo team legale si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni alla stampa.

Insomma, che dire: evidentemente Soros non brilla di intelligenza nella scelta delle proprie "amicizie", se le va a pescare tutte nel giro del femminismo parassita e speculatore (qualcuno potrebbe tuttavia obiettare, a ragione, che Dio li fa e poi li accoppia...).

La propaganda del Guardian e delle associazioni antiviolenza

L'episodio, che noi riportiamo solo perché coinvolge un personaggio particolarmente noto, si innesta all'indomani della pubblicazione sul Guardian di un articolo in cui si riportano le dichiarazioni del Procuratore Generale britannico Keir Starmer che attacca letteralmente i magistrati del suo paese accusandoli di basarsi eccessivamente sul pregiudizio quando si occupano di reati sessuali: secondo Starmer, gli inquirenti che raccolgono le denunce di violenza e abuso sarebbero troppo suggestionati dal "mito delle false accuse" che li porterebbe ad essere esageratamente scettici riguardo alla credibilità delle accusatrici. Lo stesso articolo prosegue naturalmente con le solite affermazioni sulla frequenza delle calunnie, che sarebbero estremamente rare, sul tasso di condanne che sarebbe vergognosamente basso in relazione alle denunce presentate, e così via.

Questi sono i soliti argomenti usati da The Enliven Project, che dall'analisi di alcune "statistiche" sul fenomeno della violenza sessuale (rape) ha redatto la seguente infografica


la parte più chiara è quella relativa agli stupri mai riportati alla polizia ma solo trasmessi alle associazioni per i diritti delle donne: ciascuna di queste segnalazioni corrisponde naturalmente a uno stupratore impunito. Le altre sono quella degli uomini denunciati ma che sono stati prosciolti (dunque rimasti impuniti), quella degli imputati andati a processo ma che sono stati assolti (e quindi pure loro sono colpevoli che l'hanno fatta franca) e finalmente quella dei violentatori che hanno subito una condanna (in rosso). Considerato lo scandaloso tasso di impunità, la Sorellanza ha recentemente proposto di eliminare i Tribunali e di applicare una condanna istantanea standard a tutti i maschi che le donne decidono di segnalare anonimamente al Telefono Rosa, senza nessun impegno e con accredito automatico su c/c del risarcimento civile e del costo della chiamata (lo slogan è "alza la cornetta e spediscilo in galera. Basta anche un sms"). In nero le persone falsamente denunciate, ossia quelle che hanno visto i propri accusatori condannati per calunnia.

Mistificazioni sui media

Pare che la Ferreyr, giustamente preoccupata della sua traballante reputazione che rischia di essere ulteriormente compromessa dalla diffusione di questi nuovi particolari da parte della stampa patriarcale, abbia deciso di manipolare — direttamente o indirettamente tramite terzi — diverse fonti sul web che la riguardano.

Partiamo dalla biografia che compare su IMDb e che è reperibile a questo indirizzo: la voce parla di attività di volontariato svolte presso diverse organizzazioni caritatevoli, specialmente a beneficio dei bambini disagiati. Tra queste, vengono citate l'Association of the Pioneiras Sociais, la Caminhos da Luz e la Fundacao ABRINQ. Il problema è che la bio in oggetto è stata redatta da un certo Lucas Almeida, un redattore non verificato del sito (l'immenso database di IMDb infatti si basa soprattutto sulla contribuzione libera da parte di utenze totalmente prive di credenziali, visto che chiunque può registrarsi e partecipare) che, come si nota dalla sua casella privata, ha all'attivo un unico intervento: quello sulla Ferreyr. Nella biografia si sostiene anche che l'attrice sia la fondatrice di una fantomatica Tijuana Childrens Foundation, associazione che secondo la fonte sarebbe impegnata ad aiutare i bambini poveri che vivono nelle strade di Tijuana. Purtroppo non abbiamo gli strumenti per verificare l'effettiva esistenza di questa organizzazione, né controllare il ruolo che eventualmente riveste la donna al suo interno; facciamo solo notare che, cercando la stringa "Ferreyr Tijuana" su qualche motore di ricerca, si ottengono solo risultati di scarso rilievo da siti che riportano le stesse identiche parole provenienti da IMDb o da Wikipedia.

Attualmente sulla celebre enciclopedia "libera" quelle stesse identiche affermazioni, condite da una tenera immagine caricata da un certo Hap791 del quale vi forniamo l'elenco aggiornato al 12/04/2013 dei contributi (per esaminare le modifiche apportate dai suoi interventi, visitate i link designati dalla sigla diff; particolarmente interessante è questo edit, in cui accusa esplicitamente un altro utente di Wikipedia di lavorare per Soros sfruttando l'arma della diffamazione contro la sua ex amante)
sono seguite da un citation needed (citazione necessaria), una nota usata per segnalare tutti gli inserimenti non corredati da alcuna fonte ma che, per puro scrupolo, non vengono eliminati. Un'utenza anonima (160.39.81.174, un IP che interviene quasi esclusivamente sulla biografia della Ferreyr e curiosamente associato alla Columbia University) aveva in effetti inserito un rimando, spacciandolo per autentico ma che in realtà non conteneva assolutamente alcun supporto a simili informazioni: il link — un articolo del NYTimes intitolato George Soros, la fidanzata e l'appartamento — infatti riguardava esclusivamente la vicenda che abbiamo riportato in questo articolo. Probabilmente si trattava solo di un edit pirata attuato strumentalmente per eliminare l'avviso, e basato sul fatto che pochi si premurano di visionare accuratamente i riferimenti che vengono riportati, soprattutto in voci a scarsa visibilità come questa. Per questo motivo, incoraggiamo i navigatori che decidono di informarsi su internet di verificare bene le informazioni che trovano, di controllare le fonti (che come vi abbiamo raccontato qualche mese fa sono spesso falsificate), la credibilità degli autori onde evitare di incappare nei tranelli di editor disonesti e programmatici come i vari anonimi Lucas Almeida e Hap791 che vi abbiamo citato dianzi, e di tenersi lontano, se possibile, da sedicenti enciclopedie libere, spesso monopolizzate da piccoli tiranni da tastiera e mafiette digitali.

Se si va a controllare la cronologia della voce, si nota non a caso che le modifiche di un IP scomodo sono state prontamente annullate da qualcuno, che non ha perso tempo per reinserire la sezione intitolata "filantropia", rimuovere la notizia delle accuse di stupro e etichettare gli interventi precedenti come violazione delle policy interne che regolamentano le biografie delle persone viventi. Anche un successivo intervento più morbido, che si è limitato a inserire il citation needed al paragrafo contestato e alla didascalia della foto, è stato cancellato senza spiegazione. Fortunatamente l'utente Sitethief ha riconosciuto il susseguirsi di abusi e ha ripristinato la modifica precedente. Allo stato, le ben poco credibili informazioni sull'attivismo sociale della Ferreyr sono presenti in voce — seppur, come dicevamo, seguite dall'apposito avviso — mentre quelle sulla vicenda Dubensky no. Insomma, Wikipedia preferisce mantenere nelle sue biografie notizie non supportate da alcuna fonte censurando quelle che al contrario si appoggiano a riferimenti attendibili (il Daily Mail, in questo caso) ma che evidentemente non sono gradite al comitato editoriale. Complimenti.

Fonte