domenica 20 marzo 2011

Accusa falsamente il partner di averla accoltellata e lo fa arrestare. Non sconterà un giorno di carcere

Broken Hill (Australia), 17 marzo 2011 — Una donna, Liza Hurley, è stata condannata a 8 mesi di carcere con pena sospesa (dunque, in ottemperanza all'universale filosofia del vagina pass, non sconterà un solo giorno) per aver falsamente accusato il suo partner di averla accoltellata. I fatti risalgono al 1999: l'australiana ha dichiarato alla polizia di essere stata aggredita dal suo convivente con un pugnale, e che lui insieme ad altri tre uomini progettavano di invadere la sua abitazione. Sono stati tutti arrestati e incarcerati sulla parola, e scagionati solo quando la calunniatrice ha deciso di ritirare le accuse.

Noi ci chiediamo come sia possibile che la giustizia garantisca l'impunità alle criminali evitando loro la galera e metta invece nelle carceri uomini innocenti.

venerdì 18 marzo 2011

Quando per tentato omicidio aggravato, porto e detenzione illegale di armi e lesioni personali non si va in carcere

Questo è possibile solo per le donne. Avete mai sentito di un uomo colpevole di tentato omicidio messo agli arresti domiciliari? Noi no. La gravità del reato infatti implica necessariamente la custodia in carcere: ecco un esempio recente e un altro meno recente, entrambi riguardanti uomini accusati di tentato omicidio per i quali è appunto stata confermata la custodia in carcere.

Una cittadina rumena, residente a Palma di Montechiaro (Agrigento), ha pugnalato il suo convivente rischiando di ucciderlo. La 31enne deve rispondere di reati molto gravi, ma nonostante questo è stata posta al regime degli arresti domiciliari. A far scattare la violenza della donna, una lite aggravata dall'abuso di sostanze alcoliche: Ilfana Solescu, per cause ancora da chiarire, ha afferrato un grosso coltello da cucina e, con un preciso fendente, ha accoltellato il compagno alla gola. I carabinieri, allertati da un vicino che ha dichiarato di aver sentito delle urla da un'abitazione attigua, facendo irruzione nel domicilio della Solescu hanno ritrovato Petro Poenaro, 33 anni, riverso a terra: l'uomo è stato trasportato presso l'ospedale di San Giacomo d’Altopasso di Licata.

Pare comunque che la tendenza di non assegnare il carcere alle donne anche in presenza di condotte criminose molto gravi sia profondamente radicata nella magistratura: un esempio è quello di Federica Bellone, committente di un tentato omicidio alla quale, nonostante il tentativo non riuscito di scappare all'estero rendesse oggettivamente sussistente il pericolo di fuga e quindi obbligatoria la custodia in carcere, sono stati concessi gli arresti domiciliari. Stessa misura è stata presa per l'esecutrice materiale, anch'essa donna. A questo lassismo nei confronti degli esponenti del genere femminile fa da contraltare una spiccata cultura ipergiustizialista a danno degli uomini, che sempre più spesso vengono puniti con il carcere cautelare ogni qualvolta il magistrato femminista di turno ravvisi anche il minimo indizio di colpevolezza, o più semplicemente (in totale assenza di prove) "abbia voglia" di comminare simili misure restrittive. Per approfondimenti, rimandiamo all'ampia letteratura sui siti False accuse e Falsi abusi.

Fonti

mercoledì 16 marzo 2011

La sindrome di alienazione genitoriale (PAS): cos'è e chi sono i suoi detrattori

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Si tratta di una sindrome cui vanno incontro i figli di una coppia in età infantile, specie nel contesto di una separazione conflittuale: potete leggere qui una sommaria descrizione di questa patologia. Chi la produce, oltre a danneggiare pesantemente il genitore alienato (che come tale rischia di vedere compromesso non solo il rapporto con la prole ma addirittura, come spesso avviene, anche la propria libertà e la propria reputazione), compie un vero e proprio abuso nei confronti dei bambini che, perdendo un riferimento fondamentale della loro crescita, inevitabilmente vanno incontro a pesanti traumi.

Secondo branche di femminismo estremo, la sindrome di alienazione genitoriale (nonostante si tratti di una patologia scientificamente riconosciuta dalla comunità psichiatrica internazionale, attualmente impegnata a discuterne l'introduzione nel DSM V di prossima stesura) non esisterebbe e anzi sarebbe uno strumento giuridico ad uso e consumo dei padri pedofili. In poche parole, in tutti quei casi è stata riconosciuta un'attività di manipolazione dei figli finalizzata a creare in loro l'illusione di abusi sessuali in realtà mai occorsi (un esempio è riportato qui) si nasconderebbe necessariamente lo spettro della pedofilia; l'argomento utilizzato da queste persone per stigmatizzare la PAS è che i bambini non possono inventarsi fatti mai accaduti. Eppure sono ampiamente documentati, specie in età infantile, casi di falsi ricordi, negli ambiti più disparati. Il motivo che spinge le radical-femministe e i loro seguaci a negare l'esistenza della sindrome di alienazione genitoriale risiede fondamentalmente nell'odio nei confronti del maschio: infatti, nella stragrande maggioranza dei casi, il genitore alienato falsamente accusato di abusi pedofili è il papà, che queste frange vorrebbero vedere in carcere senza alcuna possibilità di difesa. Un noto detrattore della PAS è il dottor Andrea Mazzeo, uno pseudopsichiatra di dubbia affidabilità scientifica che compensa la sua scarsissima produzione letteraria con numerosi interventi su Facebook, dei quali potete trovare un esempio nello screenshot a lato. Altri osteggiatori sono le bloggers di femminismo a sud e le associazioni spagnole contro la violenza di genere (http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/01/10/pas-secondo-il-governo-spagnolo-e-una-patologia-inesistente/): date un occhiata qui per capire a che livelli di odio sono arrivate queste organizzazioni. Insomma, è proprio il caso di dirlo: il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.

Ad ulteriore dimostrazione di come queste persone non siano minimamente interessate alla felicità dei bambini ma solo a perseguire la loro battaglia contro i padri, riportiamo un intervento di una nota stalker che su Facebook si firma con il nome di Ines Maria

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come si può notare, questa signora ammette la possibilità che quel caso di pedofilia sia un falso solo per il fatto che ad essere indagate sono delle donne invece che il papà, e dichiara testualmente che «in ogni caso non è ragionevole escludere il ruolo del genitore maschio». Per loro, il colpevole deve essere sempre l'uomo, altrimenti non riescono ad appagare i loro viscerali istinti misandrici.

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domenica 13 marzo 2011

Aveva fatto incarcerare un prete accusandolo falsamente di averla stuprata, ma ha evitato la galera: non era responsabile delle sue azioni

Una notizia del mese scorso

14 febbraio 2011, Birmingham — Una diocesana ha evitato il carcere dopo aver ammesso di aver falsamente accusato un prete di stupro: i due avevano interrotto una relazione clandestina e la donna ha pensato bene di vendicarsi. Padre Udoma ha perso il suo lavoro e la sua casa, e la sua esistenza è stata completamente devastata dopo che Emma Templeton, 44 anni, ha deciso di portare avanti una denuncia di violenza sessuale nei suoi confronti. Il funzionario ecclesiastico ha anche sofferto l'umiliazione dell'arresto (avvenuto mentre stava conducendo un funerale), della perquisizione e della detenzione in carcere per 23 ore; infatti, nonostante Udoma abbia più volte ripetuto alla polizia di aver avuto un rapporto perfettamente consensuale con la 44enne, gli agenti si sono rifiutati di credergli. La parola della donna in questi casi conta più di qualunque altra prova.

È stato solo dopo cinque mesi – quando le forze dell'ordine hanno scoperto più di 200 messaggi intimi tra i due, in cui la calunniatrice esprimeva amore e rispetto nei confronti dell'ex amante – che il parroco è stato completamente scagionato. In data 13 febbraio, la Templeton è stata condannata a dieci mesi con pena sospesa per un anno, dopo aver ammesso di aver deviato il corso della giustizia. La sospensione comporta che la signora non sconterà un giorno di carcere. Il giudice ha accettato il fatto che le accuse non sono state mosse maliziosamente (probabilmente la parrocchiana era indemoniata allora, chi può dirlo); anche la procuratrice donna Shenaz Musaffer si è schierata dalla parte della sua sodale, riferendo alla Corte come la Templeton, distrutta dall'interruzione della storia amorosa, avesse tentato di suicidarsi con un overdose di paracetamol.

Sally Hancox, legale della difesa, si è limitata a rivangare le solite parole di giustificazione valide per le donne criminali: problemi nell'infanzia, immaturità e così via. Parole oltremodo abusate come ben sappiamo, ma incredibilmente efficaci.

Fonte: Female chaplain made false rape claim against Catholic priest after their relationship ended, Daily Mail

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sabato 12 marzo 2011

Tutrice intrattiene rapporti sessuali con un 15enne: secondo il giudice, la colpa è del ragazzo

Apprendiamo la notizia di un'insegnante, Leah Davies, colpevole di aver fatto sesso con un suo allievo 15enne. In Inghilterra, come in Italia, i rapporti tra un tutore e un minore di 16 anni sono puniti per legge: un esempio è il seguente, in cui l'attore Alessio Saro è stato arrestato e messo in carcere per aver avuto rapporti sessuali, seppur consenzienti, con una 13enne. Il giudice malgrado ciò non ha condannato la donna per stupro, riconoscendo il fatto che il giovane non è stato obbligato a fare nulla: in pratica, l'adolescente è stato considerato come un adulto. Alla Davies sono solo toccati 12 mesi di sospensione dall'insegnamento.

C'è appena bisogno di dire che se i ruoli fossero stati invertiti, se l'allievo fosse stato una lei e il docente un lui, quest'ultimo sarebbe passato per mostro, diffamato dalle organizzazioni contro la pedofilia e condannato a diversi anni di carcere.

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venerdì 11 marzo 2011

Condannata Anna Shavenkova, ma non sconterà un solo giorno di carcere. Aveva ucciso una donna piombandole addosso con la sua auto

Parliamo ancora di incidenti stradali, e di impunità per le donne che commettono omicidi. Dopo la conferma del carcere cautelare per Cristian Alessandrini e le relative considerazioni, apprendiamo la notizia della condanna di Anna Shavenkova, una consulente di Russia Unita che ha schiacciato due donne con la sua auto, uccidendone una e rendendo disabile a vita l'altra: guarda il video dell'incidente. La donna procedeva ad altissima velocità sulla sua “Toyota Corolla”.

Alla fine la Shavenkova è stata imputata di omicidio, e la settimana scorsa è arrivata la sentenza, a due anni e mezzo di carcere. Ma il giudice ha deciso di sospenderle la detenzione, adducendo il pretesto della maternità: la donna avrebbe infatti un figlio e sarebbe incinta di un altro. Dunque non sconterà un giorno di galera. Comodo essere donne, anche in Russia.

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giovedì 10 marzo 2011

Le assassine ottengono sempre giustificazioni e comprensione, gli assassini solo pietre e galera

L'arresto in carcere per ben tre giorni è «una ferita che si poteva evitare»: così ha detto il sindaco di Ardea a proposito della pirata che ha falciato la piccola Pasma (leggi l'articolo) prima di fuggire e nascondere l'auto nel garage del fidanzato. «Pasma, scusami, sono angosciata. Non volevo ucciderti» sono le parole dell'omicida che naturalmente è stata liberata dopo aver dimostrato al giudice la sua condizione di donna sofferente (trucco che funziona sempre). Non altrettanto bene è andata a Cristian Alessandrini che, ricordiamolo, al contrario della Iacoangeli, si è fermato a prestare soccorso: il gip Mirko Margiocco, confermando per lui il carcere, lo ha definito una «mina vagante per la sicurezza della collettività, incapace di arginare le proprie pulsioni e i propri vizi». Per lui il reato contestato è quello di omicidio volontario. Linea dura quindi per il maschio: la femmina invece è sempre un angelo vittima delle colpe altrui. Secondo i compaesani dell'assassina infatti, la causa dell'incidente sarebbe stata l'insufficiente illuminazione del tratto di strada in cui è avvenuto l'incidente, e se la ragazza è fuggita ovviamente è solo perché ha avuto paura.

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mercoledì 9 marzo 2011

Rapisce i figli all'ex marito: Marinella Colombo già ai domiciliari

È già ai domiciliari Marinella Colombo, la donna che ha rapito i figli affidati all’ex-marito tedesco portandoli con sé dalla Germania in Italia. La donna era stata per questo precedentemente arrestata e subito scarcerata, malgrado avesse nascosto i bambini sottraendoli agli interventi delle autorità. Qualche giorno fa, intercettazioni ambientali hanno rivelato la volontà della donna di fuggire con i piccoli in Libano, uno dei pochi paesi che non hanno firmato alcuna convenzione con la comunità europea in materia di estradizione. Onde evitare la fuga, la Colombo è stata nuovamente arrestata: ma nonostante la recidiva, in carcere c’è stata solo un paio di giorni. Infatti il giudice ha disposto per lei gli arresti domiciliari, con il parere favorevole della Procura femminista. Intanto, per il padre alcuna speranza di poter rivedere i figli a lui assegnati dalla Giustizia.

A difendere Marinella Colombo è Girolamo Andrea Coffari, avvocato attualmente coinvolto in un episodio di stalking ai danni del giudice Roberto Ianniello, reo di non aver assecondato i desideri di un'altra madre rapitrice, Valentina Pappacena (della quale il Coffari è difensore).

Uccide 19enne in un incidente stradale: per lui, custodia in carcere come un criminale

Un 30enne, Cristian Alessandrini, in data 6 marzo 2011 ha investito con la sua auto sulle strisce pedonali una 19enne, che è deceduta, e una sua amica che invece pur essendo rimasta ferita non sarebbe in pericolo di vita. Dopo l'incidente, l'uomo si è fermato a prestare soccorso; giunti gli agenti della Municipale, è stato sottoposto al test dell'etilometro, risultando negativo. Tuttavia, il pm Antonello Gustapane, in maniera del tutto illegale (stante la normativa che vieta il fermo per chi, sospettato di aver causato un incidente stradale, si costituisce spontaneamente entro le 24 ore), ha disposto il suo arresto con l'accusa di omicidio volontario. Il fermo in carcere è stato disposto in attesa dei risultati dell'esame tossicologico.

L'automobilista aveva sorpassato due altri veicoli che si erano fermati per far passare le giovani; dunque la Procura con il suo provvedimento non ha neanche tenuto in conto che il 30enne possa non aver visto le ragazze attraversare sulle strisce a causa delle auto che stavano davanti, e che avrebbero potuto benissimo aver rallentato per altre cause.

Oggi il pronunciamento del giudice che, accogliendo la richiesta della procura, ha disposto il carcere per l'Alessandrini. Analogo provvedimento non è stato preso ad esempio per Monica Iacoangeli, che il 7 marzo 2008 ha falciato una tredicenne a Tor San Lorenzo (Ardea) prima di dileguarsi; l'auto della 27enne è stata ritrovata nascosta nel garage del fidanzato circa 24 ore dopo. La Iacoangeli è stata arrestata per omicidio colposo e omissione di soccorso, ma tre giorni dopo il giudice ha deciso di scarcerarla, disponendo per lei solo l'obbligo di firma. Come al solito, due pesi e due misure: per la donna pirata che è fuggita praticamente nessuna misura cautelare, per l'uomo che si è fermato a soccorrere la vittima dell'incidente la galera.

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martedì 8 marzo 2011

Il femminismo bugiardo e mistificatore delle quote rosa: diamo potere alle donne solo perchè sono donne

Al momento le femministe stanno portando avanti una campagna tesa a dimostrare l'esistenza di quel fenomeno per cui il potere è in mano agli uomini e che gli uomini tendono ad autotutelarsi come genere ponendo in posizioni di rilievo solo altri uomini. Dunque, secondo loro le donne meritevoli verrebbero tagliate fuori dalle cosiddette "stanze dei bottoni" solo perché sono donne: urgerebbero per questo rimedi quali ad esempio l'adozione delle quote rosa. Curioso il fatto che nonostante i meccanismi di autoconservazione posti in atto da queste presunte lobby maschili di potere, la proposta sia riuscita ad approdare in Parlamento: ma si sa che coerenza e femminismo non sono concetti che vanno molto d'accordo. Ma veniamo al punto.

La Camusso dichiara (ovviamente senza citare alcuna fonte) che le donne guadagnano il 9% in meno a parità di mansione, quest'altra il 16,8%, quelle di Destra di Popolo il 15%. Insomma, non riescono a trovarsi d'accordo su quali statistiche inventarsi per giustificare l'assurda tesi del cameratismo maschile. La realtà tuttavia, come dimostrato dall'Università Bocconi, è che il gap salariale è solo del 2%: in sostanza, in media se un uomo guadagna 2mila euro al mese, una donna prende 40 euro in meno. Cifra comunque che riteniamo abbondantemente coperta dal salasso a cui le divorziate sottopongono i loro ex-compagni, costretti a versare loro i contributi per lo shopping di lusso magari direttamente dalla Caritas. Ma di questo non si parla mai. Sempre la Camusso fa notare come le donne siano più istruite, essendo «il 60% dei laureati, ma solo il 46% di chi lavora»; evidentemente è perché un titolo di studio in Psicologia o in Scienze dell'Informazione (corsi in cui notoriamente è il gentil sesso ad occupare la maggior parte dei banchi) si acquisisce più facilmente di uno in Ingegneria, ed è certamente meno remunerativo nel mondo del lavoro. Ma questo naturalmente la sindacalista non lo fa notare, per i soliti motivi. Si vuol solo far passare il concetto che le donne sono più istruite e dunque più meritevoli di accedere ai posti di potere, ma che questo viene inibito loro dalla cultura maschilista. La stessa che ha dato un posto in Consiglio Regionale a Nicole Minetti. Mah.

Ed ecco come fanno le femministe a passare per martiri della società patriarcale: con il loro vittimismo bugiardo, mieloso e mistificatore, nel quale cadono come mosche finanche le istituzioni. La donna deve emanciparsi da questi pregiudizi e da questa mentalità retrograda se vuole realmente raggiungere la parità. Buon otto marzo.

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