giovedì 20 ottobre 2011

Trovano arma da fuoco nella borsetta di lei, ma in carcere ci finisce solo lui

Gela, 18 ottobre 2011 — Teneva nella borsetta una pistola “Smith & Wesson” calibro 38 con matricola abrasa e sette proiettili: Romina Bonadonna, 29 anni, deve ora rispondere di detenzione, porto abusivo e ricettazione di arma da fuoco. Insieme a lei è stato arrestato Vincenzo Azzarelli, 45enne gelese, un pregiudicato che accompagnava la donna.

La polizia, che ha fermato la coppia e l'ha perquisita, ha infatti ritenuto che l'arma fosse in realtà di proprietà dell'uomo. Alla fine lui è finito in carcere, lei ai domiciliari. Forse le forze dell'ordine si sono fatte condizionare dal mito della donna santa e mai colpevole a prescindere, scaricando le colpe sul capro espiatorio più prossimo, il maschio per lo più pregiudicato?

mercoledì 12 ottobre 2011

La legge è veramente uguale per tutti?

Roma, 19 agosto 2011 — Era il capo di un'organizzazione di spacciatori e aveva recitato anche in docufiction sulla realtà del degrado delle periferie romane e, in 7 anni, ha avuto 5 figli. A causa della sua quinta maternità è finita ora agli arresti domiciliari perché incinta di un bimbo di 4 mesi, un po' come Sofia Loren nel film 'Ieri, oggi e domani'. Oscilla tra fiction e realtà la storia di Maria, la ventinovenne romana boss della banda di pusher sgominata oggi dopo un blitz della polizia a Roma, nel residence Bastoggi, durante l'operazione 'Up and down'. Cinque gli arresti e 8 le persone indagate. La donna - già denunciata in passato per reati legati alla droga - gestiva tutti i suoi uomini, compreso il marito, impartendo le direttive. L'uomo, conosciuto con il soprannome di Bibo, vendeva la cocaina acquistata e tagliata dalla donna, mentre altri due avevano il compito di comprare la droga da fornitori esterni per conto del capo. A fiancheggiare l'organizzazione c'erano anche alcuni residenti del comprensorio Bastoggi: alcuni di loro avevano perfino recitato nella docufiction del 2003 «Residence Bastoggi». Tra le palazzine c'erano delle vere e proprie 'sentinelle', che segnalavano l'arrivo della polizia. La donna-capo aveva coinvolto nel giro prima suo marito, dal quale si era poi separata, poi il suo nuovo compagno. I pusher rifornivano i propri clienti, tra cui diversi impiegati e funzionari, con dosi di cocaina di 40 euro l'una per un giro d'affari complessivo di 70 mila euro.

La donna aveva rischiato almeno tre volte di essere arrestata, ma ogni volta era incinta e avrebbe evitato la galera per i suoi tanti figli. Era infatti stata denunciata almeno tre volte per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. Fin dal 2006 gli investigatori erano al lavoro per dimostrare che Maria C. era il capo dell'organizzazione, ma dietro le sbarre, cinque anni fa, è finito il suo ex-marito. E ora, anche dopo il blitz della polizia, è riuscita ad evitare di andare in prigione: si trova agli arresti domiciliari perché aspetta il suo quinto bambino che ha avuto dal suo attuale compagno, il quale invece è finito in galera.

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lunedì 10 ottobre 2011

Rimane in carcere il "pirata" che ha falciato Allison Owens

La custodia in carcere, per legge, si applica in tre casi: pericolo di fuga, di reiterazione del reato o di inquinamento probatorio. Da quando in qua si irroga la custodia in carcere se il giudice, a sentimento, non ritiene "attendibile" la versione dell'indagato? Eppure questo è successo a Pietro Stefanoni, accusato di omicidio e omissione di soccorso. Lui ha dichiarato di aver investito l'americana Allison Owens a causa di un colpo di sonno, ma il GIP di Arezzo, vuoi per sentimento giustizialista vuoi per antipatia personale, non gli crede. E così l'uomo, che come vi avevamo accennato nel post precedente è stato arrestato ieri dopo essersi costituito, rimane in carcere. Ovviamente, mica è una donna.

I precedenti

  • Monica Iacoangeli: ha ammazzato una 14enne in un incidente stradale, è fuggita e ha nascosto l'auto nel garage del fidanzato, dove l'hanno trovata i Carabinieri. Lei, scarcerata dopo 3 giorni di detenzione. Perché lei si e Stefanoni no? Eppure lei non si è costituita.
  • Valentina Carrozzo: ha ucciso una 23enne bolognese, ubriaca al volante ed è fuggita senza poi costituirsi. Pena complessiva di 3 giorni agli arresti domiciliari. Perché a lei sono stati concessi e a Stefanoni no?

domenica 9 ottobre 2011

La cortina di pizzo: incidenti stradali

Vogliamo discutere due vicende riguardanti pirati della strada, un uomo e una donna. Entrambi hanno ucciso delle persone in incidenti stradali: Valentina Carrozzo, commessa 24enne di Lecce (alla quale è pure stata fatta un'intervista a pagamento, come si deve a tutte le vittime in stile Amanda Knox), e Pietro Stefanoni, imprenditore aretino di 55 anni.

Da quanto si apprende, la Carrozzo era ubriaca al volante, mentre per Stefanoni non è possibile affermare che lo fosse: lui ha dichiarato che ha avuto un colpo di sonno e questa fino a prova contraria è da considerarsi la verità. Inoltre, l'imprenditore si è costituito mentre la 24enne è stata trovata dalle forze dell'ordine. Tuttavia, lui è stato messo in carcere mentre lei agli arresti domiciliari (ed è stata liberata 3 giorni dopo).

Fonti

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