martedì 31 maggio 2011

I travagli del maschiopentito. Cose importanti da sapere

I maschiopentiti, pentiti di essere quel che sono, nati con un difetto tra le gambe da correggere, cresciuti con una colpa nella testa da espiare — Da Metromaschile
Vi vogliamo parlare di una vicenda alquanto curiosa. Un attivista del collettivo femminista dell'Università della California, tale Jesse Cheng, è stato arrestato lo scorso novembre per aver molestato sessualmente la sua ex-ragazza. Come spesso avviene, l'ufficio della Procura ha successivamente ritirato le accuse a suo carico; insomma, l'ennesima calunnia. Diversa è stata la reazione della associazione di cui Cheng fa parte: essendo stato incolpato di violenza da una donna, e visto che la parola della donna nell'ottica estremista di queste frange conta più delle decisioni dei magistrati, questo tizio è da considerarsi uno stupratore e deve quindi essere estromesso dal collettivo. Ma Cheng non ci sta, e adesso tenta a tutti i costi di riguadagnarsi la simpatia delle sue amichette. Gettando nella tazza del cesso quel briciolo di dignità che forse gli era rimasta, incapace di reagire all'umiliazione subita e alla consapevolezza di una reputazione rovinata per sempre, questo minuscolo essere preferisce aggrapparsi alle sottane delle femministe dichiarando sì di riconoscere «i propri privilegi di uomo [quelli che le femministe gli hanno fatto credere di avere ma che purtroppo non l'hanno salvato da un arresto preventivo, da una perquisizione corporale e da qualche mese di galera come conseguenza dei capricci della vagina di turno ndr] e che la violenza di genere sia un enorme problema» ma anche di essere «innocente». E noi ci crediamo, eccome se ci crediamo, ma pensiamo anche che tutto sommato a questo esemplare di maschiopentito la lezione non sia servita; probabilmente avrebbe dovuto soffrire di più, magari farsi 30 anni di carcere prima di essere scagionato dal test del DNA, come del resto è capitato a moltissime persone negli Stati Uniti. E allora forse, e diciamo forse, questa creatura si sarebbe finalmente redenta. Ma chi è (o meglio, cosa è, visto che non ci sentiamo di definirlo un appartenente alla razza umana in senso stretto) il maschiopentito?

Il termine di per sé è chiarificatore, ed evidenzia la tendenza di questo genere di individui ad accollarsi la colpa di chissà quali mostruosi crimini perpetrati dal proprio genere nei confronti di quello femminile. Crimini ovviamente immaginari, ma sulla cui esistenza il maschiopentito sbraita in continuazione (accordandosi perfettamente alle urla isteriche delle femministe) allo scopo di poter sostenere ideologicamente la sua attività di corteggiamento consistente nel prendere le difese del gentil sesso, presentandosi in tale maniera come una sorta di improbabile "campione" o "eroe" romantico in lotta contro le forze del male che minacciano l'incolumità della "principessa" su cui ha posato gli occhi. Si tratta di una maniera di discostarsi da quello stereotipo di macho aggressivo teorizzato dalla fervida immaginazione delle nostre sorelline, di un pretesto per atteggiarsi ad essere superiore, quando in realtà sa benissimo di essere solo un pezzente fallito e impotente; per attirare le attenzioni delle sue desiderate, inconsapevole che in realtà queste ultime (e non solo loro in effetti) si fanno grasse risate alle sue spalle.

Il maschiopentito ha come esigenza primaria quella di dimostrare a sé stesso, prima che alle vagine cui sbava dietro, di essere forte, di saper proteggere la donna da quell'ipotetico nemico (il maschio femminicida) teorizzato dalle viscere nazifemministe: è l'esistenza di questo "nemico" del resto che sta alla base della propaganda maschiopentitista. Se venisse a crollare questo mito, il maschiopentito non avrebbe più ragione di essere, perché verrebbe a mancare l'elemento malefico contro cui combattere: è proprio per tale motivo che simili elementi tendono ad associarsi alla sorellanza nelle campagne di criminalizzazione del maschio.

Il maschiopentito è un individuo che con il suo comportamento è seriamente convinto di fare colpo sulle donzelle dalle cui labbra pende: è uno che ragiona con l'uccello, un essere psichicamente fragile e mentalmente inferiore che si lascia abbindolare dal vittimismo falso e subdolo delle sue dominatrix non accorgendosi, immerso com'è nella sua furia ormonale, di quanto esse stiano giorno per giorno acquistando sempre più potere, sempre più privilegi ai danni degli uomini. Fregandosene altamente di quelli che ambirebbero ad una autentica parità tra i sessi e non ad essere sottomessi come piace a loro. Si, perché è dalla sottomissione che essi traggono piacere. Non è un caso che al giorno d'oggi si stiano diffondendo diverse pratiche sessuali che spaziano dal trampling o dal face sitting sino all'umiliazione BDSM del tipo schiavo-padrona: tutte attività in cui il maschiopentito si cimenta, o vorrebbe cimentarsi, con le sue mistress preferite, onde poter soddisfare le sue esigenze sessuali da slave.

Fonte: The False Rape Society